Se ci si chiede con cosa si lavavano i denti prima dell'invenzione della pasta dentifricia, si scopre che gli esseri umani hanno usato molti intrugli diversi nel corso degli anni che vanno da sostanze aspre ma efficaci a prodotti decisamente grossolani. La moderna tecnica di produzione si rifà tuttavia ad alcuni dei suddetti criteri primordiali, e che vale quindi la pena analizzare a fondo in modo da capire quali sono le origini del dentifricio.
I dentifrici degli egiziani
I primi storici della civiltà che hanno documentato l'uso di una miscela simile al dentifricio per lavarsi i denti sono gli egizi. Si ritiene infatti che sia stato utilizzato già nel 5.000 a.C., sebbene la prima formula registrata risalga al 4 d.C. La miscela conteneva salgemma tritato (sale della tonalità rosea), menta, fiori di iris e pepe. Da come si evince, questa formula ha causato molte irritazioni e sanguinamento delle gengive anche se in termini di efficacia è stata in grado di lavare i denti molto bene. Alcuni direbbero addirittura che è il primo trattamento di pulizia orale più efficace utilizzato fino a quasi un secolo fa.
La trasformazione del dentifricio nei secoli
Salgemma e menta tritati non erano le uniche miscele che gli esseri umani hanno provato prima di creare gli attuali dentifrici. Alcune formule ad esempio presentavano gusci di ostriche miste a ginseng, foglie di menta e sale, quest’ultimo particolarmente in uso nella cultura cinese. Altri ingredienti usati dagli antichi umani includevano tuttavia pomice, polvere di mattoni, gusci d'uovo bruciati, cenere, gesso e carbone polverizzato. Nei secoli più recenti, il dentifricio ha continuato ad evolversi; infatti, nel 1780, le prove mostrano che le persone usavano briciole di pane bruciato per spazzolare i denti, mentre nel 1824 un dentista di nome Dr. Peabody aggiunse sapone agli ingredienti abrasivi allo scopo di ottenere un maggiore potere pulente. Successivamente, il sapone è stato sostituito da un detergente chiamato sodio lauril solfato e ancora oggi presente nella maggior parte dei dentifrici. Questo è stato dunque il punto di svolta da quelli che erano tipicamente prodotti in polvere ad una sostanza con una consistenza più pastosa. Tuttavia vale la pena aggiungere che nell’anno 1850, il gesso venne utilizzato nelle routine di igiene orale fino al 1873 periodo in cui una nota azienda attualmente ancora operante sul mercato creò la prima pasta dentifricia liscia e profumata, venduta in piccoli vasetti di vetro e soltanto nel 1892 il dottor Washington Sheffield introdusse il primo tubetto pieghevole.
Il dentifricio nell'era moderna
Negli anni successivi al XIX secolo e alle sue prime formulazioni, alla pasta dentifricia fu aggiunto il fluoro, mentre nel 1987 la NASA inventò il dentifricio commestibile per consentire agli astronauti di spazzolarsi nello spazio senza sputare. Questa non è stata tuttavia l’ultima evoluzione del prodotto, come si evince dalla produzione negli anni successivi di altre paste dentifricie come ad esempio quelle sbiancanti. In definitiva possiamo dunque asserire che il dentifricio ha chiaramente fatto molta strada rispetto alle origini, in quanto si è passati dalla frantumazione di conchiglie e dall’uso di sostanze varie naturali a prodotti che hanno sempre il medesimo scopo ossia pulire i denti e rinfrescare l'alito, ma soprattutto in grado di scongiurare la proliferazione di carie e malattie gengivali. Oggi sul mercato infatti esistono molti tipi di dentifricio con alcuni che possono mirare a risolvere problemi orali specifici e che includono sostanze del tutto naturali come ad esempio il fluoro, ossia un minerale che si è dimostrato determinante nel ridurre la carie e per prevenirle drasticamente. Inoltre viene considerato ideale per rafforzare lo smalto, per scongiurare i danni causati da cibi e bevande acide, nonché per minimizzare la fastidiosa sensibilità dentale. Infine va aggiunto che ci sono anche dentifrici che riescono a rimuovere efficacemente il tartaro e ad evitare la conseguente formazione della dannosa placca.